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Inserimento lavorativo disabili:

dal Ministero del lavoro tutti i dati

Elaborata, in collaborazione con INAPP, la IX Relazione sullo stato di attuazione della Legge 69/99 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”. L’analisi permetterà di valutare la situazione una volta esaurita l’emergenza Covid

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha recentemente diffuso la Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge 68/99 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”.
La Relazione, alla sua IX edizione, è stata realizzata in collaborazione con INAPP, sulla base dei dati trasmessi dalle Regioni e dalle Provincie Autonome relativamente al triennio 2016­-2018.
Dal momento che, come abbiamo già avuto modo di vedere, durante il periodo emergenziale legato all’epidemia di Covid-19, sono venuti meno gli obblighi di assunzione delle cosiddette “categorie protette” da parte delle aziende, quest’analisi rappresenta lo scenario più aggiornato del sistema del collocamento mirato in Italia e potrà rivelarsi utile, una volta conclusa la fase acuta, per rilevare quanto la sospensione dell’obbligo di assunzione ha inciso sull’applicazione della norma.
Per avere un quadro di confronto pluriennale più solido riguardo ai dati – si legge nel sommario che accompagna la Relazione –, è stata realizzata un’analisi dei principali andamenti del collocamento mirato dal 2006 al 2018, basata su procedure statistiche di imputazione dei dati mancanti, che consente di associare le tendenze più significative al recente ciclo economico e occupazionale nonché all’evoluzione della normativa in materia.

ISCRITTI ALLE LISTE DI COLLOCAMENTO
Il numero passa, sull’intero territorio nazionale, dai circa 700mila nel 2006 agli oltre 900mila nel 2018, con un aumento costante nell’ultimo triennio. Il flusso annuale delle iscrizioni oscilla fra valori annui attorno a 75.000 e di poco superiori ai 100.000.
La distribuzione sul territorio evidenzia come gli iscritti si concentrino maggiormente – intorno al 60% del totale – al Sud rispetto alle altre aree territoriali.

AVVIAMENTO LAVORATIVO
Metrica molto importante per la valutazione del “successo” della Legge 68, l’andamento degli avviamenti mostra un evidente trend positivo tra il 2014 e il 2018, in linea con le tendenze generali del mercato del lavoro. Questo, probabilmente, anche grazie ai processi di riforma normativa introdotti dal Decreto Legislativo 151/2015 “Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità”.
Rispetto alla distribuzione territoriale, la quantità maggiore di avviamenti si concentra nelle aree del Nord, a maggiore intensità produttiva, con percentuali quasi sempre fra il 50 e il 60% del totale degli avviati al lavoro. Al Centro si rilevano percentuali che, fino al 2015 compreso, superano appena il 20% e si incrementano nell’ultimo triennio. Nell’area del Sud Italia si rileva un miglioramento negli anni 2014 e 2015 ma il miglioramento appare passeggero e la percentuale sul totale torna al di sotto del 20% del totale negli anni successivi.

ASSUNZIONI
Confrontando il flusso degli avviamenti al lavoro con quello delle assunzioni si rileva un trend appare sostanzialmente uniforme su tutto il territorio nazionale con, dal 2013, un divario progressivamente crescente a vantaggio delle assunzioni, soprattutto in concomitanza con alcune modifiche del contesto regolativo del collocamento mirato.
In linea con questo trend di crescita, è nel 2018 che la differenza in valori assoluti tra assunzioni e avviamenti è la più ampia, probabilmente grazie al fatto che sul versante della regolamentazione diventa obbligatorio per le aziende dai 15 ai 35 dipendenti assumere un lavoratore con disabilità nel proprio organico.
I dati del monitoraggio, infine, mostrano un certo mutamento nella distribuzione degli inserimenti lavorativi tra le aree del Paese nel corso degli anni. Nella prima fase temporale erano le regioni del Nord Ovest industriale a sostenere l’occupazione delle persone con disabilità con i numeri maggiori, accompagnate a breve distanza dal Nord Est delle piccole e medie imprese, che sono cresciute e hanno superato le percentuali del Nord Ovest a partire dal 2012. Nel corso degli anni e col mutare dei settori trainanti e delle relative componenti dell’occupazione, l’area nord orientale ha prevalso nei numeri, fino a registrare il 49% delle assunzioni nazionali nel 2016 e distinguendosi anche per una efficace pianificazione dei servizi dedicati e per l’utilizzo integrato dei fondi disponibili. Il Mezzogiorno ha incrementato le proprie assunzioni tra il 2012 e il 2015 e come già segnalato prima in merito agli avviamenti, si è ritagliato le quote più significative nel biennio 2014-2015, con oltre il 30% del totale nazionale.

I DISABILI GIÀ ASSUNTI
Le principali informazioni sui datori di lavoro e sulle persone con disabilità già impiegate sono ricavabili dalle dichiarazioni PID-Prospetto Informativo Disabili che le aziende con almeno 15 dipendenti sono tenute a inviare ai fini del rispetto dell’obbligo normativo e che quantificano le quote di riserva previste dalla normativa. Nella IX Relazione sono contenuti i principali dati dichiarati per il 2018.

I dati e le informazioni presenti nella Relazione evidenziano i progressi ottenuti nel corso degli anni e suggeriscono che la crescita nel tempo di avviamenti e assunzioni sia stata favorita, sia, come già visto, da provvedimenti normativi di semplificazione delle procedure di assunzione che dall’adozione di percorsi personalizzati che hanno accompagnato l’inserimento delle persone con disabilità.

Il quadro generale riporta una situazione molto articolata, con la regione Lombardia che da sola occupa tante persone quanto l’intera macro area Sud e Isole. La crescita occupazionale, in ogni caso, è confermata su tutto il territorio, pur se accompagnata da lacune infrastrutturali ancora parecchio diffuse.

Per approfondire

Testo completo dell’Executive Summary della Relazione

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Alessandra Babetto

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